L'APS "Comprendo" con il progetto “Tutti Compresi”, intende dare un supporto economico alle famiglie dei bambini con DSA.
La spesa che i genitori devono sostenere, infatti, è notevolmente importante e spesso non conciliabile con le condizioni economiche della famiglia.
L'APS "Comprendo", mediante il progetto "Tutti Compresi" si impegna a raccogliere fondi che saranno interamente devoluti al pagamento dei trattamenti riabilitativi (presenti ed attivi nelle strutture con cui collaboriamo), per i bambini e/o i ragazzi con DSA.
Poter agevolare le famiglie ed i bambini nell'affrontare spese importanti finalizzate alla loro realizzazione didattica e personale, è il nostro scopo primario, insito nella natura stessa dell'associazione.
Per sostenere il progetto , l’APS “Comprende” intende impegnarsi a tesserare quante più persone possibili e/o finanziamenti pubblici e/o privati.
La somma raccolta sarà INTERAMENTE devoluto alla realizzazione del progetto "Tutti Compresi" ed alle famiglie che decideranno di usufruire del trattamenti didattici riabilitativi presso le nostre strutture e quelle con noi affiliate.
Alcuni bambini, nel loro percorso scolastico, incontrano difficoltà che pregiudicano fortemente il percorso di apprendimento: ci riferiamo ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento, convenzionalmente siglati come DSA, tra i quali rientrano la Dislessia, la Disortografia, la Disgrafia e la Discalculia.
I bambini nei quali si riscontrano tali difficoltà sono solitamente caratterizzati da intelligenza, creatività, capacità di risolvere problemi ed immaginare soluzioni inedite. Tuttavia, un diverso sviluppo a livello neurobiologico determina ritardi, insuccessi e, di conseguenze, ansia e disagio.
Se l’origine di queste difficoltà non viene identificato correttamente ed in tempo, si possono produrre veri e propri disastri nella vita dei bambini e delle loro famiglie.
D’altra parte, l’identificazione e l’intervento mirato da parte di specialisti ed esperti, con il sostegno adeguato della scuola e della famiglia, producono un effetto molto positivo, così che molti bambini riescono a trovare le risorse per superare tali difficoltà.
Cosa può fare la scuola?
È importante iniziare già dalla scuola dell’infanzia ad intercettare queste difficoltà, in modo da potenziare le competenze implicate e sostenere l’autostima nell’approccio agli apprendimenti.
Inoltre, l’organizzazione e la plasticità della programmazione didattica della scuola dell’infanzia permettono di proporre vari percorsi di gioco e rafforzamento a tutto il gruppo (grande o piccolo), evitando sentimenti di esclusione o inferiorità.
Con la legge 170/2010, i successivi Decreti attuativi (01/07/2011) e le Linee Guida, la rilevanza e l’opportunità di predisporre interventi specifici per il riconoscimento dei diritti e dei bisogni dei bambini che presentano DSA sono state riconosciute a livello normativo.
Alla scuola vengono delegati precisi compiti e responsabilità:
Alla luce di quanto sopra descritto, l’Associazione di Promozione Sociale “Comprendo: capire ed includere il mondo”, in collaborazione con il Nuovo Istituto “Enrico Fermi”, intende proporre alla Fondazione Scuola per l’Infanzia “Abate Mastroddi” di Rocca di Botte (AQ) un progetto che abbia come finalità l’individuazione di elementi predittivi di rischi futuri di DSA, con lo scopo di osservare e consolidare le abilità considerate prerequisiti necessari per il successivo apprendimento.
L’ apprendimento di base della lettura, scrittura e calcolo si fonda su una serie di prerequisiti, tra cui:
In virtù di quanto detto, il progetto è strutturato in due parti:
Per tutta la durata del progetto, verranno utilizzate strategie facilitanti e tecniche specifiche per ogni ambito.
A conclusione del progetto, lo specialista fornirà delle schede di valutazione su ogni bambino partecipante al progetto, indicando alle insegnanti eventuali problematiche specifiche.
La modalità di comunicazione ai genitori delle problematiche rilevate, verrà concordata con gli insegnanti responsabili.
Note Importanti:
Il progetto è stato strutturato da docenti specializzati professionisti del campo, presenti nell’APS “Comprendo”; lo stesso potrà essere applicato solo dopo averne descritta la natura, gli scopi e le modalità ai genitori dei bambini.
Le attività potranno coinvolgere tutti i bambini, senza discriminazione alcuna, avendo esse natura principalmente ludica; le valutazioni, invece, potranno essere redatte esclusivamente sui bambini i cui genitori avranno sottoscritto il consenso informato, su cui verranno descritte le attività e le modalità si valutazione, oltre ai dati dello specialista che si occuperà del progetto.
In nessun caso verranno valutati bambini per cui la scuola, l’APS “Comprendo” ed il Nuovo istituto “Enrico Fermi” non avranno ricevuto i consensi firmati dai genitori.
Le valutazioni saranno comunicabili solo ai genitori stessi e sarà obbligo del docente specializzato responsabile mantenere la segretezza sulle stesse. Si deciderà con la famiglia l’opportunità (consigliata), di comunicare le valutazioni alle insegnanti della scuola primaria (nel caso di bambini di ultimo anno della scuola materna). Nessuna comunicazione verrà fatta se non debitamente autorizzata e sottoscritta dai genitori dei bambini interessati.
Le valutazioni non sono in alcun modo considerabili “diagnosi” di DSA, in primis perché l’età dei bambini non consente una diagnosi precisa (essendoci fattori diversi ancora poco maturi per una definitiva valutazione), in secundis poiché la diagnosi spetta a specialisti a cui è stato affidato per legge tale compito (neuropsichiatri, psicologi, …). Esse sono indicazioni che hanno come finalità una richiesta di attenzione maggiore su elementi che destano sospetti di futuri DSA.
Il progetto “Comprendiamoci Qui e Ora” nasce sull’onda del processo di rinnovamento del sistema scolastico italiano finalizzato a creare una “scuola nuova” e una “scuola di qualità” che vede al suo interno non solo nuovi programmi di studio e una revisione dell’ordinamento organizzativo e didattico ma anche uno spazio di vita quotidiana all’interno del quale porre in essere attività di prevenzione del disagio e di promozione del benessere.
Con l’istituzione dei C.I.C. (Centri di Informazione e Consulenza) negli Istituti Secondari Superiori la scuola è venuta, quindi, via via configurandosi non più come luogo deputato esclusivamente alla trasmissione del sapere, quanto piuttosto come un’istituzione aperta al mondo, finalizzata allo sviluppo e al potenziamento delle facoltà cognitive, affettive, emotive ed immaginative degli alunni.
È in questa nuova accezione di scuola, intesa come “agenzia” educativa con finalità formative e preventive, che si colloca la pratica dell’agevolazione della comunicazione efficace e del counseling[1]
Associare il concetto di “relazione d’aiuto” al benessere, significa non solo porre l’accento sulla qualità della relazione tra agevolatore - counselor[2] e la persona o il gruppo di persone a cui i professionisti rivolgono il proprio intervento, ma soprattutto facilitare e creare quelle condizioni in modo tale che l’autentica espressione della persona possa disvelarsi oltre i condizionamenti e gli impedimenti di vario genere.
A tal fine il progetto si dispiegherà in due fasi: la prima finalizzata alla co-costruzione di un ambiente scolastico con al suo interno un buon clima relazionale basato sulla comunicazione efficace e la seconda incentrata sull’integrazione della consapevolezza delle modalità relazionali con gli aspetti emotivi e cognitivi individuali e di gruppo.
In un’ottica di crescita, volta ad un pensiero divergente e ad un’educazione basata sulla comunicazione assertiva e sul confronto costruttivo, è possibile dare vita ad una modalità d’azione dalla quale dipendono il cambiamento dell’allievo e quello di tutta la struttura educativa. Con l’intervento del counseling, successivamente, si lavorerà per il potenziamento dei fattori protettivi[3] della crescita in modo da agevolare nell’individuo quelle condizioni e conoscenze che rendono il soggetto più reattivo rispetto a competenze di empowerment e di resilienza.
Obiettivi
1° fase:
2° fase:
Progettualità operativa
Attività e tecniche proposte:
Nella 2° fase del progetto (6 incontri dal gennaio a giugno 2015 + eventuali incontri destinati a colloqui di counseling e allo sportello d’ascolto) un counselor qualificato, formato presso l’A.S.P.I.C. (Scuola Superiore Europea di Counseling), lavorerà con gli alunni e gli insegnanti del Nuovo Istituto “E. Fermi”, oltre che con i genitori dei destinatari principali del progetto, per l’agevolazione e il sostegno dei loro bisogni relazionali. Verranno, così, garantiti spazi d’espressione e confronto costruttivo individuale e di gruppo.
Attività e tecniche proposte:
Principali aree d’intervento in cui può trovare applicazione il counseling in ambiente scolastico:*
Sostegno |
Agli studenti: -problemi relazionali, familiari, affettivi, evolutivi e di disciplina; -problematiche connesse all’apprendimento (scarsa concentrazione, mancanza di motivazione e calo del rendimento scolastico); -difficoltà legate all’ansia; -disagi psicologici dovuti a traumi, malattie, eventi stressanti |
Agli insegnanti: -gestione di rapporti difficili o conflittuali con gli alunni e con il gruppo classe; -superamento delle difficoltà inerenti al raggiungimento degli obiettivi prefissati; -analisi dei motivi che sottendono la demotivazione professionale o il calo di efficienza lavorativa |
Sviluppo |
Per gli studenti: -di risorse, potenzialità e abilità professionali e razionali; -della motivazione all’apprendimento, della capacità di studio e concentrazione |
Per gli insegnanti: -di potenzialità e risorse professionali utilizzabili; - d’iniziative concernenti l’elaborazione di programmi di promozione del benessere scolastico; -della motivazione all’insegnamento |
Orientamento |
Agli studenti: -nella fase di crisi evolutiva; -nella scelta scolastica e professionale |
Agli insegnanti: -in situazioni di transizione; -nella scelta dell’evoluzione della propria carriera lavorativa |
Invio |
A strutture con servizi adatti allo scopo nelle situazioni che richiedono interventi specialistici e/o di tipo clinico |
* tratto da: Spalletta-Quaranta, “Counseling scolastico Integrato”, pag.69
Risorse impiegate
1° fase:
2° fase:
Valutazione
La verifica della validità del progetto sarà di tipo empirico.
[1] Il counseling è una metodologia di orientamento e sostegno volta a promuovere in breve tempo il benessere psico-fisico dell’individuo nel suo ambiente. Il percorso di counseling consente al cliente di padroneggiare gli strumenti guida di autoconoscenza, autodeterminazione decisionale consapevole per orientarsi nel proprio ambiente interno ed esterno superando le normali difficoltà esistenziali. È finalizzato al rinforzo delle risorse soggettive, di resilienza interpersonali e delle comunità sociali, come competenze facilitanti le difficoltà quotidiane e come propedeutica alla gestione di tematiche correnti complesse.
[2] Il counselor è un professionista esperto di comunicazione e agevolatore della relazione il quale centra il suo intervento sulle risorse e sulle arti sane della persona; lavora per la promozione del benessere e per favorire stili di vita protettivi della salute.
[3] In un’ottica di salutogenesi, tra i fattori protettivi a livello soggettivo ci sono autostima, assertività, autoefficacia, capacità di problem-solving (pianificazione e scelta), stile di coping (stile di fronteggia mento, empowerment), intelligenza emotiva (consapevolezza di sé, gestione delle emozioni, auto motivazione, empatia, relazioni interpersonali positive), stile di vita sano (rituali fisiologici appropriati, sonno, alimentazione, attività fisica, gestione dello stress senza ricorrere all’uso di sostanze).