In questa prospettiva, il progetto “Scripta Manent” prevede l’incontro con un giornalista dell’Ordine Nazionale che darà nozioni sulla tecnica di scrittura giornalistica e sulla sua importanza, cercando di stimolare i ragazzi a considerare tale strumento un mezzo di espressione e forte affermazione delle proprie idee.
La scrittura, al contrario del dialogo tra due o più persone, non richiede la presenza contemporanea negli stessi luoghi e/o spazi del rispettivo mittente e destinatario del messaggio da comunicare.
Il testo scritto è una forma di comunicazione molto interessante. Infatti secondo l’approccio della Psicologia Cognitiva, la scrittura è un’attività che necessita di abilità di memoria, che però risente anche dell’ambiente, del compito, e quindi dell’intero ambiente/classe.
Lo scrivere è soprattutto un’attività sociale, in quanto non si scrive solo per sé, ma soprattutto per un interlocutore; lo scrivere, inoltre, è un processo che si arricchisce e si modifica nel tempo.
Gli alunni, nelle classi, come nel mondo esterno, non sempre riescono ad esprimere le loro opinioni apertamente, poiché temono il giudizio sia dell’insegnante che dei compagni. Ecco perché molti studenti preferiscono più che parlare, scrivere. La paura del giudizio porta l’alunno a chiudersi in se stesso e a non esplicitare più cosa pensa. Questa condizione causa la rottura delle strategie di convivenza, le quali, non appaiono più negoziate bensì imposte per evitare lo scontro o la derisione.
La scrittura del resto può essere considerata il DNA dell’inconscio, lo specchio del sé profondo, la proiezione simbolica dell’io.
La scrittura, quindi, è una proiezione esatta, in forma simbolica e allusiva di se stessi, di ciò che si è, si sente, si vuole, si decide, si fa. Essa è legata agli stati d'animo e, ancora di più, alla personalità di chi scrive. Si tratta di un modo efficace per esprimere se stessi, le proprie attitudini; per cui essa può rivelare abbastanza di una persona.
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